Umanizzazione delle Cure
Protocollo per uno stile professionale orientato alla Umanizzazione delle Cure
Le competenze comunicative e relazionali e il loro miglioramento nella U.O. di Riabilitazione Cardiologica: protocollo per uno stile professionale orientato alla Umanizzazione delle Cure.
Ciò che qui introduciamo è il risultato di uno studio svolto nell’Unità Operativa di Riabilitazione Cardiologica della Casa di Cura Villa Serena nel periodo giugno-dicembre 2021. Il progetto, che ha coinvolto 31 operatori (medici, coordinatori sanitari e della riabilitazione, infermieri professionali e personale addetto all’assistenza, fisioterapisti), ambisce a pervenire ad una formulazione, per alcuni versi innovativa, di ciò che si intende con il temine umanizzazione della cura.
La ricerca è stata effettuata con la collaborazione della Prof.ssa Pina Lalli dell’Università di Bologna.
Il progetto ambisce a pervenire ad una formulazione, per alcuni versi innovativa, di ciò che si intende con il temine umanizzazione della cura. Mettere al centro il paziente è solo parte del problema. Umanizzare la pratica medica significa anche saper riconoscere la centralità della relazione e del contesto, in cui gli interlocutori interagiscono nei rispettivi ruoli di curante e assistito. La pratica clinica va considerata come un insieme coerente che integra saperi diversi, dalla cui combinazione dipende la capacità di adottare lo “stile” adatto alle esigenze del singolo paziente.
La ricerca ha preso in esame anche lo “stile” professionale declinandolo secondo tre diverse dimensioni: competenza specifica dei professionisti che si occupano della cura, gestione del tempo della cura, valorizzazione dello spazio nel quale si cura.
Lo studio ha seguito i principi della “grounded theory” (Schwartz e Jacobs 1987). L’ipotesi di lavoro è basata sul presupposto che nelle relazioni umane, in particolare in quelle di cura, per ottenere modelli d’interazione efficaci occorre in primo luogo rilevarli e integrarli nelle situazioni di esperienza vissuta. La metodologia, preliminare alla elaborazione del protocollo, è stata fondata su: interviste semi strutturate, questionari autosomministrati e di autovalutazione, focus group, brain-storming e role-playing.
Il protocollo, stilato al termine della fase di studio e suddiviso in quattro aree tematiche, è finalizzato a modulare il comportamento dei professionisti nel contesto di cura.
- “Comunicazione efficace” in cui si individuano alcuni aspetti dello stile comunicativo
- “Accoglienza del comfort e della dimissione”
- “Informazioni a pazienti e familiari e dello stile relazionale”
- “Cooperazione nel lavoro di équipe”
Concludendo, è stato osservato un buon utilizzo del protocollo da parte dei professionisti che lo hanno ritenuto uno strumento operativo utile per una pratica assistenziale orientata all’umanizzazione delle cure.
Qui, l’articolo di approfondimento e l’intervista alla Prof.ssa Pina Lalli.